Zia Maggie singhiozza commossa dopo queste parole e tenta di prendere in mano una tazza, ma trema troppo e la lascia sul tavolino appena in tempo prima che le cade. “Porterò con me il tuo amico, prima che preoccupandosi vi metta a rischio”, decide la zia e mi scruta un attimo, il suo sguardo torna a farsi il solito, quello delle frecciate; “Visto che vai a cacciarti nei guai, recupera un paio di pantaloni, così non mi piangerà il cuore per la stoffa buona che indossi”
Io mi sgancio da Luke e la guardo incredula: “Dici davvero?”
Lei respira a fondo e prende di nuovo la tazza. Stavolta è completamente calma: “Sarà uno strazio quando tenterà di comunicare con me, ma almeno mi terrà alla larga il signor McGordon e soprattutto salverà le mie orecchie da Lady Camille”
Rido e la abbraccio, le stampo un bacio sulla guancia: “Sei la migliore zia bisbetica che conosca”
“E tu la sola nipote femmina che io possa desiderare”, mi risponde lei e mi prende il viso fra le sue mani rugose, piazza un bacio sulla mia fronte; “Dio benedica i tuoi obiettivi e ti protegga… anche se questi ragazzi sembrerebbero avere tutta l’intenzione ti farti da angeli custodi”
“Siete troppo buona, signora”, commenta Luke sarcastico; “Siamo angeli neri”
***
“Cacciatore?”, richiamo l’uomo con cautela.
Lui scuote la testa. “Barbecue…”, si passa una mano sulla fronte, sconvolto. Cade in ginocchio: “E’… io sono rimasto solo”
“Sta parlando in inglese?”, domanda la mamma incerta. Ha ragione, è vero. Il Cacciatore è passato all’inglese, seppur con accento francese.
Io annuisco e mi chino accanto al Cacciatore: “Cosa vi prende, signore? Conoscevate l’impiccato?” Riconosco l’Albero dell’Impiccato e ho visto Giglio Tigrato allontanarsi di soppiatto. Probabilmente avverte i Bimbi Sperduti di non uscire dal nascondiglio.
Lui conferma e scuote la testa: “Josh era mio fratello, ma era malvagio… spietato…”, si prende la testa fra le mani; “Che mi è preso?”
“Succede che si perde la memoria dopo aver fatto qualcosa che andava contro i propri princìpi”
Lui scuote la testa: “Io dovevo proteggere Long John”
Io inarco un sopracciglio. Ecco da dove sbuca fuori quel Barbecue di prima. Ricordo l’Isola del Tesoro, l’ho letta con Wendy da bambino. Il terribile capitano Flint sopraffatto dal suo cuoco di bordo, Long John Silver, astuto pirata e sempre un passo avanti nonostante la gamba in meno.E poi giunse sull’Isola del Tesoro, seguendo il giovane ed ingenuo Jim Hawkins che aveva casualmente ottenuto la mappa da Billy Bones.
Inclino la testa perplesso: “Cosa sai dell’Isola del Tesoro?”
“E’ l’Isola-che-non-c’è”, risponde lui; “E’ così che ci siamo trovati qui. Yo ho, eravamo temuti, lui ed io, inseparabili. Ma poi… sono finito in acqua. Fra le braccia delle sirene”
“E hai perso la memoria”, concludo io.
“Ma non la vita”, conferma lui, anche se la sua voce si fa un sussurro, quasi che dirlo ad alta voce gli farebbe scappare la risposta che cerca.
“E che fine ha fatto Long John Silver?”, chiede la mamma, che ricorda di aver sentito la storia mentre me la leggeva Wendy. Almeno, penso che se la ricordi per questo. Poco fa non sapeva più chi è Wendy.
Lui lancia uno sguardo al cadavere appeso e allarga le braccia, si alza in piedi e urla così forte da rompere quasi i timpani: “JIM MILO BERRYL, ORA FARAI I CONTI CON ME!”
Io e la mamma ci guardiamo negli occhi. “Non era Hawkins, nel libro?”, sussurra lei.
Io sospiro: Forse Peter Pan nel nostro mondo non è il solo libro scritto come non fu in realtà.
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