D’un tratto io e Peter ci guardiamo. Nei suoi occhi leggo la stessa cosa che sto pensando io.
“Wendy?”, mi chiedo io. Ha fiducia in Peter, in me, nei suoi fratelli, in quell’uomo al teatro… Wendy è mangiatore e portale? Questo di certo spiega com’è scomparsa.
“Ovviamente”, osserva la donna, mentre sorseggia il suo tè. Mi invita con un cenno a fare altrettanto.
Io prendo la tazzina con cautela, per non scottarmi, poi però non inizio a bere e fisso il fondo della tazzina attraverso la bevanda trasparente: “Come ha fatto ad aprire il passaggio senza portarsi dietro i pirati?”
“Se non lo sai tu”, obietta lei facendo spallucce e senza scostare gli occhi dalla sua tazzina.
Scuoto la testa. Qualsiasi cosa stia succedendo, l’abbiamo messa in moto e la fermeremo. Wendy, Peter ed io.
Peter si morde il labbro e poi parla con voce profonda: “Dove sono i portali?”
Forse li vuole distruggere per proteggere l’Isola, ragiono io; “Le sirene quindi sanno dove sono i portali? Puoi portarci da una sirena che ci aiuti?” – Visto che sai tutto su tutti in tutti i tempi dell’Isola…, aggiungo con il pensiero.
“No”, risponde lei; “Oggi devo fare altro”
“Possibile che gli adulti devono, devono e devono solo?”, sbotta Peter, alzando le braccia per un momento; “Siete terribili da ascoltare, voi grandi!”
“Crescere significa prendere delle responsabilità”, gli sorrido divertito; “In un certo senso anche tu sei grande, visto che devi proteggere l’Isola”, gli sottolineo.
“Io non devo un bel niente per nessuno”, ribadisce lui piccato; “Sennò avrei già dovuto ucciderti”
“Quanto siamo educati”, Orchidea ruota gli occhi; “Non so proprio chi di voi due è il più improbabile ospite di tutto il secolo”
“Ovviamente io”, dichiara Peter, di nuovo a mezz’aria con le gambe incrociate; “Non c’è nessuno come me!”
“No, di certo non più”, sospira la donna e finisce di bere, mi guarda incerta; “Qualcosa non va nel tuo tè?”, lancia uno sguardo velenoso a Peter; “Non mi aspetto che tu gradisca l’arte”
“No, tutto a posto”, mi affretto a rispondere e sorseggio. Anche se non mi piace per niente. “Ero un po’ preso dai miei pensieri”, aggiungo. In fin dei conti mi chiedo ancora, davvero, come fa Wendy a essere portale e mangiatore. In teoria dovrebbe essersi uccisa da sola dal giorno in cui ha perso l’ultimo briciolo di polvere di fata suo.
“Per tutti i Sette Mari, figliolo, credevo che fossi intelligente”, mi rimbecca lei.
Peter prende curiosamente le mie difese: “Ehi, vale dieci Bimbi Sperduti!”
Rimango sorpreso dalla cosa. Forse non ha ancora riavuto tutta la fantasia che Wendy gli ha mangiato, per questo ha mostrato qualcosa di simile a un sentimento per me.
“Te incluso, ovviamente”, annuisce la donna intanto.
Peter inclina la testa: “Cosa significa?”
“Lascia perdere, parole da adulta”, lo disinteresso dell’ennesima frecciata e rifletto un attimo su quello che ci siamo detti. Ora capisco: “Il Cacciatore Nero, lui sa trovare un passaggio per trovare Wendy?”
“Esatto”, lei annuisce soddisfatta e guarda Peter; “Sì, avevi ragione, è un po’ arrugginito, ma è intelligente”
Peter si gonfia d’orgoglio: “Io ho sempre ragione”
Ruoto con gli occhi divertito, ripetendomi le parole della vecchia: Sì, sono sempre libero di pensarla diversamente.
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