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Capitolo 27 – Tutti insieme

Sottofondo musicale
Non mi piace dirglielo, non mi piace dirle addio, non mi piace vederla piangere!
E’ solo nata così com’è e io le voglio bene!

Eppure devo cacciarla, devo bandirla e farle capire che è importante che Peter perda tutta la voglia di rivederla mai più. Per quello deve collaborare anche lei.
Sarà dura. E’ dura.
Il punto è che non possiamo fare nulla, non è una regola che possiamo rompere o far riscrivere alle fate, è qualcosa di più grande di loro, persino. Le fate sono custodi della magia, nascono con il sorriso di ogni bambino della terra, diventano protettrici della loro fantasia e quando un bambino, crescendo, se ne separa, le fate costruiscono con quella polvere quello che sanno fare. Chi costruisce nuovi alberi per l’Isola, chi costruisce rocce, chi fa piovere o splendere il sole.
E’ così che funziona tutto, sull’Isola.
Ricordo quando me lo raccontava Jim Milo Berryl, il grande protettore dell’Isola. Era un adulto, ma era l’essere più simile a quello che è Peter che io avessi mai incontrato. Chissà che fine ha fatto, ora che ci penso. Forse Barbanera lo ha ucciso. Il ricordo ormai è lontano come un sogno che sta tornando a galla, fissato sull’unica cosa che ha in comune con il presente.
Wendy, un mangiatore.
Se solo non avesse mai lasciato l’Isola. Perché Peter l’ha riportata a Londra? Non potevano curarla gli indiani e adesso il problema non ci sarebbe?

Inutile girarci attorno, la situazione è questa.
Non oso abbracciare Wendy per paura che mi mangi la paura che ho in cuore. Questo le darebbe ancora più potere sull’Isola e non deve. Ho visto cos’ha fatto tagliando solo l’aria in uno scatto d’ira, d’incomprensione. Capisco le fate che erano allarmate perché Peter aveva incontrato un mangiatore.

Wendy si riprende e si asciuga le lacrime con la manica del suo vestito stracciato: “D’accordo”, dice; “A modo tuo”, afferma; “Cerchiamo una fata e fammi tornare a casa”
Faccio per confermare e dirle che mi dispiace un casino, che farei di tutto per cambiare le cose, se bastasse darle un po’ della mia fantasia, anche tutta, in modo che lei non è più un mangiatore, lo farei, io lo so quanto bene Peter le vuole e quanto lei sicuramente ne vuole a lui.
Purtroppo non ho calcolato il tempo che è trascorso.
Orso arriva, inciampando prima su una radice, sporco di fango si rialza e corre ad abbracciare Wendy: “Mammina!”, grida entusiasta, Morbido e Mare gli fanno eco.
Peter è sopra di noi, con Trilli che gli svolazza attorno. E’ della sua solita luce dorata, nient’altro.
“Ti eri nascosta bene”
“Veramente, non crederai mai quante avventure ho vissuto”, risponde Wendy con un largo sorriso.
Lui gira portandosi dietro di lei e la tira in piedi: “Trilli, la polvere”, dice e poi si rivolge alla sua mamma; “Ce le racconterai stasera”
Wendy annuisce spensierata, finché non incrocia i miei occhi.

“Ricciolo, è finito il turno di guardia”, scherza Ciuffo Biondo, che mi ha sorpreso da dietro e così mi ritrovo a rotolare nelle pozzanghere con lui, gioco che si trasforma in un rincorrersi fino a ritornare all’Albero dell’Impiccato.

***

A pancia piena e tutti radunati sul letto più grande del nostro nascondiglio, i pensieri cattivi sembrano lontani persino quando Peter starnutisce. Mi assicuro solo che ci siano il meno contatti fisici possibili fra lui e Wendy in modo da evitare di riportarlo dalle fate. Se succedesse di nuovo, capirebbero che il mangiatore adulto è sull’Isola e non ci vorrebbe molto perché si scaglino contro Wendy.
Wendy questa sera ha raccontato della sua avventura con gli indiani, poi i pirati e per finire con Acquabella. Ricordo bene la sirena, ma l’unico modo per spiegarmi come sia riuscita a parlare con lei, è che abbia usato di nuovo i suoi poteri di mangiatore. Sembrerebbe che anche la sirena abbia sentito che qualcosa in Wendy non quadra.
La mamma non si fa problemi a raccontare tutto nei minimi dettagli davanti a Peter. Forse spera che lui scopra da solo che cos’è lei. Ma come potrebbe se, quand’era bambina, apparentemente ha preferito farla crescere piuttosto che vederla morire?
Ci sono stati altri Bimbi Sperduti come lei, altri mangiatori. Peter non ha mai più avuto veri sentimenti o emozioni da quando è diventato quello che è. A volte capitava che un Bimbo Sperduto veniva ucciso. A volte mi ero ferito gravemente anch’io, una volta una ferita mi ha fatto infezione. Per un pelo non sono morto. Peter non ha fatto niente. Tranne che per lei, Wendy. Per lei ha sempre fatto un’eccezione in tutto.
Proprio lei che è una mangiatrice.

Wendy inizia il suo giro per darci la buona notte e quando passa da me a rimboccarmi le coperte, io le tiro su da solo.
Il suo sguardo si fa triste e afflitto, mentre sussurra: “Domani mi accompagni a… a raccogliere bacche?”
Giro la testa per guardarla nei suoi begli occhi grigi: “D’accordo” – So benissimo che non andremo a prendere bacche. Ma di certo non possiamo dirlo qui, con tutti attorno. Saranno mezzi addormentati, ma solo mezzi.
Speriamo solo che Peter non abbia sentito.
E’ gelosissimo della sua Wendy.

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Capitolo 26 - Mangiatore
Capitolo 28 - Le fate
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SaraIE

Passa il tempo libero fra libri, carte e penna, suona in una piccola orchestra e ama tenersi impegnata giorno e notte. Studentessa sognatrice, 18enne, vive in Svizzera con la sua famiglia, le piace interpretare le voci quando legge e non ha mai abbandonato le storie di fantasia, anzi, semmai si è irrevocabilmente persa fra i boschi degli elfi, le caverne dei nani, i cieli delle fate e gli abissi delle sirene. Ma, secondo la sua filosofia, prima di fare ordine ci deve essere il caos e prima del sapersi orientare non si può fare a meno di perdersi. Non preoccupatevi se vi sembra strano quello che scrive... Proseguite che alla fine vi ritroverete 😉
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