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Vorrei tanto mordermi la lingua quando i pirati mi mostrano il prigioniero. E’ Giglio Tigrato e non c’è da stupirsi che l’apostrofino come fosse un maschio, ai loro occhi lo è, dato che è un guerriero. Le hanno tappato la bocca con una stoffa sporca e legato strette le mani dietro la schiena.
“Non ha alcuna intenzione di collaborare”, osserva il capitano; “Le abbiamo chiesto un’indicazione, non era poi una cosa impossibile”
“Magari lei non sa quello che volete”
“Credimi, donna, lo sa bene”, replica il Gobbo Grasso; “E’ la figlia del capo tribù”
Io scuoto la testa: “Non capisco cosa volete”, osservo; “A me dite di portare un messaggio alla tribù, a lei chiedete un’indicazione”, riassumo; “La restituirete a suo padre in cambio delle indicazioni?”
“Capitano, sciolo Sciglio Tigrato conosce la strada”, obietta ora lo Spadaccino Sanguinoso.
Il capitano sbotta, rivolto a me: “Ti ho chiesto di impicciarti dei miei affari?”
“Devo portare un messaggio, allora dimmi qual è, perché!”, gli rispondo io a tono e mi alzo per dare più forza alle mie parole.
Il capitano davanti a me si dà una calmata improvvisa e guarda Giglio Tigrato un po’ disorientato: “Dici di torturarla?”
“Servirà a farla parlare?”, chiedo di rimando e scuoto la testa; “Non penso”
“E tu, donna, sai il modo per farla parlare?”, mi domanda lui e mi si avvicina così tanto che sento il suo odore pungente. Sale, sapone naturale, sudore.
Scuoto la testa: “Di certo non entro l’alba”
“Se non ci riesci entro l’alba, ucciderò lei e te”, decide il capitano e mi sfila il pugnale; “Questo lo restituiremo al tuo amato, nel caso dovesse chiederci di te”, mi informa.
“Un pensiero gentile”, gli concedo, anche se non lo penso davvero.
“Fra le costole gli starà certamente bene”, annuisce il capitano e mi volta le spalle; “Guai se fate scappare le prigioniere!”
Io mi chino accanto a Giglio Tigrato, non le tolgo ancora la benda e parlo a bassa voce: “So che non ti fidi, ma vedi di non farci uccidere entrambe”, la prego; “Vorrei che ne usciamo tutt’e due”, ora le slaccio la benda attorno alla bocca, lei mi sputa in faccia.
“E chi fare male tu, stavolta?”
“Non a lui, ti ho dato la mia parola”, le bisbiglio.
“Che tu pensare?”, Giglio Tigrato è contraria a collaborare, tuttavia sembra capire che ho una vaga idea.
E rimarrà vaga finché non collabori, penso e le sussurro; “Dobbiamo preparare una…”, sotterro la mia mano. Significa trappola, è una delle poche parole che conosco ancora degli indiani. Mi ha perseguitato nei miei incubi, quel gesto.
Lei inarca un sopracciglio.
Io mi avvicino al suo orecchio: “Sirene”
I suoi occhi diventano grandi almeno il doppio, all’inizio scuote la testa, poi annuisce. È forse il solo modo per liberarci dei pirati senza consegnare Peter o esporre il villaggio ai pirati.
Il punto interrogativo è piuttosto se il diversivo non ucciderà anche noi.
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