Egli era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al
primo momento.
E sapendo che in ogni modo la gente siffatta è cieca, pensò che non aveva nessuna importanza se strizzavano gli occhi in un sogghigno, come fanno gli ammalati di certe forme poco attraenti di malattie.
Il suo cuore rideva e questo per lui era perfettamente sufficiente.
Non ebbe più rapporti con gli spiriti; ma visse sempre, d’allora in poi, sulla base di una totale astinenza; e di lui si disse sempre che se c’era un uomo che sapeva osservare bene il Natale, quell’uomo era lui.
Possa questo esser detto veramente di noi, di noi tutti! E così, come osservò Tiny Tim, che Dio ci benedica, tutti!Canto di Natale
Canto di Natale ( A Christmas Carol: A Goblin Story of Some Bells that Rang an Old Year Out and a New Year In ), noto anche come Cantico di Natale, Ballata di Natale o Racconto di Natale, è un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens (1812-1870), di cui è una delle opere più famose e popolari.
Ebenezer Scrooge, arido e spilorcio finanziere londinese, odia il Natale. Lo considera – anzi – tempo perso, e un ostacolo al proprio arricchimento. Ma la notte della Vigilia, dopo una giornata passata alla scrivania senza nulla concedere all’atmosfera festosa che lo circonda, riceve la visita di tre spiriti: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro. Nel corso di un fantastico viaggio che farà rivivere a Scrooge tutte le tappe della propria vita e intravedere un ben misero futuro, gli spiriti riusciranno ad aprire i suoi occhi a sentimenti di generosità e amore.
Canto di Natale è il più importante della serie dei Libri di Natale (The Christmas Books) che comprende anche Le campane (The Chimes, 1845), Il grillo del focolare (The Cricket on the Hearth, 1845), La battaglia della vita (The Battle for Life, 1846) e Il patto col fantasma (The Haunted Man, 1848).
Canto di Natale è un racconto esplicitamente allegorico. Vale la pena di ricordare che si innesta sulla tradizione inglese delle moralities, rappresentazioni teatrali di argomento morale o religioso a scopo didattico, caratterizzate spesso da componenti orrorifiche o scatologiche: il modello si applica soprattutto per l’apparizione del terzo spirito, quello del Natale futuro. Ma non dobbiamo dimenticare che, nonostante la fortissima carica di disperazione, povertà e crudeltà, si tratta sempre di un Canto. Non ha caso Dickens ha chiamato i suoi capitoli «Strofe»: ogni viaggio e ogni apparizione suonano lo stesso tema , il percorso della redenzione con uno strumento diverso, la memoria, la spazialità e l’altro, la paura della morte. Alla prima edizione (1843), Charles Dickens restò piuttosto deluso dai proventi che riuscì a ricavare: ma questo suo racconto di allegoria e redenzione era destinato a grandi successi nel lungo percorso, non nell’immediato. Presto la tipica esclamazione incredula di Scrooge, «Bah! Humbug!» (Bah! Sciocchezze!) è entrata a pieno titolo nella lingua inglese come frase idiomatica; e secondo una corrente di studi storiografici, è stato proprio Canto di Natale a stimolare in epoca vittoriana un vero e proprio revival del Natale. Revival, certo, ma con caratteristiche peculiari. Perché il Natale di Dickens ignora i rituali liturgici e dottrinali, o quanto meno li mette da parte. Ciò che gli interessa non è indagare il rapporto tra l’uomo e Dio, quanto ridefinire quello tra l’uomo e l’uomo.
Il risultato è la trasformazione di un uomo. Il messaggio più bello di Dickens è proprio che il segno di questa trasformazione è nel recupero della socialità: Scrooge, in partenza, è un gelido “Io” che fagocita l’altro imponendogli il proprio sistema di valori; alla fine del Canto di Natale, Scrooge ha capito che la felicità più autentica è quella che si realizza nell’altro per irradiare infine su di lui la propria luce.
Dickens ha conosciuto in vita e fino a oggi una popolarità straordinaria, la sua fortuna critica è stata invece assai discontinua. La reazione antivittoriana spesso finì per confondere anche l’opera di Dickens tra le tipiche espressioni della società che essa rifiutava. La successiva rivalutazione è stata soprattutto opera isolata di scrittori come G.K: Chesterton e G.B. Shaw, mentre i circoli intellettuali e la critica accademica hanno sempre avanzato riserve più o meno ampie. Non c’è dubbio che l’opera di Dickens è piena di difetti: ingenuità sentimentale, teatralità, esibizionismo. Sono difetti riconducibili al carattere di Dickens, alla sua instabilità emotiva, alla sua cultura mediocre, al superlavoro cui lo costringevano le scadenze editoriali nonché il suo bisogno quasi morboso di essere sempre a contatto con il suo pubblico. Ma con tutta la sua mancanza di misura, gli errori di gusto, gli eccessi patetici e moralistici. Dickens è stato di gran lunga il maggior narratore inglese del suo secolo e tra i massimi d’Europa. Dickens ha inventato il romanzo sociale, nel quale ha fuso e sviluppato le due tradizioni della narrativa inglese: la tradizione picaresca di Goldsmith e Sterne. A determinare questa nuova forma letteraria concorrono altre due tendenze che sembrerebbero inconciliabili: il gusto romantico del melodramma e la passione giornalistica dell’inchiesta. Ideologicamente Dickens appartiene a quel movimento complesso ed eterogeneo che potremmo chiamare reazione antiutilitaristica e che comprende neocattolici e neopagani, spiritualisti e socialisti. Ma Dickens non fu mai un «intellettuale». Le sue idee erano mediocri. Il suo genio era tutto istintivo. Molti critici marxisti gli addebitano di non aver compreso i termini reali del conflitto tra capitale e lavoro, di essersi sì opposto in modo anche veemente allo sfruttamento ma di non aver mai cessato di nutrire sospetti e timore nei confronti della classe operaia organizzata, un atteggiamento che potrebbe riassumersi nella formula «tutto per il popolo, nulla con il popolo». E si è affermato che egli rimase sempre infantilmente fissato sul trauma giovanile della degradazione sociale. Ma si dimentica che proprio questa precoce esperienza del disagio e dell’insicurezza – molto analoga , come è stato notato, a quella di Dickens – rese estremamente acuta la sua sensibilità per i mutamenti sociali della sua epoca. In contrasto con la tendenza della critica marxista è proprio il maggior filosofo e critico marxista del Novecento, György Lukàcs. Anche se non si è mai occupato di Dickens in modo specifico, Lukàcs lo colloca ripetutamente al livello dei grandi realisti dell’Ottocento, Stendhal e Balzac, Tolstoj e Dostoevkij, (…). Dickens ha compiuto un’anatomia della società non tanto attraverso strumenti d’analisi economici e politici (per i quali provava un’invincibile avversione) ma attraverso l’osservazione delle relazioni reciproche di esseri umani altamente individualizzati.
Canto di Natale, Garzanti libri, collana i grandi libri.
Racconti di Natale: Un canto di Natale-Le campane-Il grillo del focolare-La battaglia della vita-Il patto col fantasma. Ediz. integrale Newton Compton, collana I Mammut.
Canto di Natale è divenuto non soltanto un classico della letteratura, ma socio – antropologico, il personaggio di Ebenezer Scrooge si è fissato nell’immaginario collettivo, ne solo la prova le moltissime trasposizioni cinematografiche, per la tv e teatrali. Canto di Natale e il suo Mr. Scrooge hanno prestato la fisionomia e la personalità un altro grande personaggio targato Disney, Duck Scrooge, Paperon de Paperoni, fratello della creatura di Dickens.
1910: A Christmas Carol, (muto).
1913: Scrooge, (UK) con Seymour Hicks, (muto).
1935: Scrooge, (UK) con Seymour Hicks.
1938: A Christmas Carol, (USA), con Reginald Owen.
1951: Lo schiavo dell’oro (Scrooge), Alastair Sim.
1953: Non è mai troppo tardi, adattamento italiano con Paolo Stoppa e Marcello Mastroianni, diretto da Filippo Walter Ratti.
1962: Magoo’s Christmas Carol, un film d’animazione prodotto dalla United Productions of America (U.P.A.)
1970: La più bella storia di Dickens, film inglese con Albert Finney nei panni di Ebenezer Scrooge
1983: Canto di Natale di Topolino (Mickey’s Christmas Carol), cortometraggio di animazione targato Disney.
1984: A Christmas Carol , regia di Clive Donner.
1988: S.O.S. fantasmi (Scrooged), in cui fu Bill Murray a portare il racconto sugli schermi in chiave moderna.
1992: Festa in casa Muppet (The Muppet Christmas Carol), di Brian Henson, in cui attori umani sono affiancati da alcuni dei pupazzi animati del Muppet Show.
1998: Anche i cani vanno in paradiso – Un racconto di Natale in una parte del film Carface incontra i tre spiriti del natale (che sono Itchy, Shasha e Charlie)
2004: Natale a casa Deejay, diretto da Lorenzo Bassano.
2004: Karroll’s Christmas, (A Christmas Carol Moderno) Con i fantasmi Tonti che sbagliano indirizzo Ambientato negli “USA”
2008: Barbie e il canto di Natale
2009: A Christmas Carol, realizzato in animazione digitalizzata in 3D, con l’ausilio di attori in carne ed ossa. Il ruolo di Ebenezer Scrooge e dei tre fantasmi è interpretato da Jim Carrey.[1]
2010: Cupido a Natale, è una versione moderna del Canto di Natale.
Charles Dickens (Portsea, Inghilterra, 7 febbraio 1812 – 9 giugno 1870), scrittore inglese.Charles Dickens nacque a Portsea nel 1812. Era il secondo di otto figli. Nel periodo della sua infanzia, la famiglia fu costretta a trasferirsi a Londra, dove per Charles iniziò un periodo infelice.All’età di dodici anni venne mandato ad incollare etichette in una fabbrica di lucido da scarpe (la situazione economica dei Dickens era disastrosa a causa dell’incapacità del padre che fu in breve tempo incarcerato per debiti nella prigione di Marshalsea).A quindici anni entrò in uno studio di avvocati come praticante ed iniziò a studiare stenografia, diventando cronista parlamentare.Tra il 1829 e il 1830 si innamorò della figlia di un banchiere, ma la storia si concluse a causa delle differenze sociali tra i due.Iniziò quindi a dedicarsi alla scrittura finché a ventisei anni venne pubblicato sull’Evening Chronicle, in dispense mensili, il romanzo “Quaderni postumi del Circolo Pickwick“, che lo rese famoso nel panorama della narrativa inglese. Nel frattempo aveva sposato Catherine Hogarth, figlia del direttore del giornale. Il 4 gennaio 1842 partì con la moglie per gli Stati Uniti dove visitò (ormai scrittore conosciuto) Boston, Washington, New York e il Mississippi.Tra il 1844 e il 1845 soggiornò a lungo a Genova ed ebbe occasione di visitare anche Roma e Napoli.Fece quindi ritorno in Inghilterra dove si impegnò a dare vita ad un giornale liberale impegnato per la lotta nell’abolizione delle leggi protezionistiche sui prodotti agricoli. Nel 1846, in gennaio, uscì il primo numero del Daily News. I principi guida sarebbero stati miglioramento, progresso, educazione, libertà religiosa e civile, legislazione equa. Dopo soli 17 numeri si dimise però dall’incarico di direttore lamentandosi di essere circondato da incapaci.Il 1848 fu turbato da gravi questioni famigliari e da grandi litigi nella cerchia degli amici.Condusse comunque in porto il progetto di un giornale periodico battezzato Household Words con l’intento di mescolare la narrativa e la polemica contro i mali del suo tempo. Il primo numero uscì nel 1850. I progetti di risanamento edilizio londinesi ne subirono l’influenza.Nello stesso anno Dickens (con Lord Bulwer Lytton) progettò e mise in scena un testo teatrale di ambiente settecentesco Not so bad as we seem. La moglie si ammalò ed una figlia morì improvvisamente.Charles DickensNel 1855/56 visse a Parigi durante l’inverno, trasferendosi in estate presso Boulogne. I rapporti con i famigliari (aveva avuto dieci figli) si andavano intanto deteriorando.Nel 1858 si separò definitivamente dalla moglie mettendo un annuncio sui giornali e accusandola di non aver mai saputo badare ai figli e alla famiglia.Nel 1859 fondò un nuovo giornale chiamato All the year round che ebbe strepitoso successo.Negli ultimi mesi del 1865 si recò ancora in America per un giro di lettura delle sue opere. Il suo stato di salute peggiorava giorno dopo giorno. Alla fine gli fu diagnosticato un attacco di paralisi.L’8 giugno 1870 fu colpito da un colpo apoplettico e morì il giorno dopo. Fu sepolto nell’abbazia di Westminster nell’angolo dei poeti (Poet’s Corner).
I Romanzi
Il Circolo Pickwick (The Posthumous Papers of the Pickwick Club) (1836)
Le avventure di Oliver Twist (The Adventures of Oliver Twist) (1837-1839)
Nicholas Nickleby (The Life and Adventures of Nicholas Nickleby) (1838-1839)
La bottega dell’antiquario (The Old Curiosity Shop) (1840-1841)
Barnaby Rudge (1841)
Martin Chuzzlewit (1843-1844)
Dombey e Figlio (Dombey and Son) (1846-1848)
David Copperfield (1849-1850)
Casa Desolata (Bleak House) (1852-1853)
Tempi difficili (Hard Times) (1854)
La piccola Dorrit (Little Dorrit) (1855-1857)
Racconto di due città (A Tale of Two Cities) (1859)
Grandi speranze (Great Expectations) (1860-1861)
Il nostro comune amico (Our Mutual Friend) (1864-1865)
Il mistero di Edwin Drood (The Mystery of Edwin Drood) (non portato a termine) (1870)
Racconti
Il naufragio della Golden Mary (The Wreck of the Golden Mary) (1856)
Canto di Natale (A Christmas Carol) (1843)
Le campane (The Chimes) (1844)
Il grillo del focolare (The Cricket on the Hearth) (1845)
La battaglia della vita (The Battle of Life) (1846)
Il patto col fantasma (The Haunted Man and the Ghost’s Bargain) (1848)
Il Natale da adulti (What Christmas Is, As We Grow Older) (1851)
Storia di un bambino (The Child’s Story) (1852)
Storia del parente sfortunato (The Poor Relation’s Story) (1852)
Storia di Nessuno (Nobody’s Story) (1853)
Storia di uno studente (The Schoolboy’s Story) (1853)
Perdersi a Londra (Gone Astray) (1853)
Passeggiate notturne (Night Walks) (1860)
Mugby Junction (Mugby Junction) (1866)
Guardie e ladri (nove racconti polizieschi inediti in Italia; traduzione e cura di Fabrizio Bagatti, Firenze, Clichy, 2014)
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