Sono proprio contenta di recensire il canto del sangue di Ryan Anthony: è un libro che davvero merita di essere conosciuto e letto! Davvero un bel fantasy. Conosciamone, però, più dettagli insieme, partendo, come sempre, dalla sinossi.
Pochi mesi dopo la morte della madre, l’undicenne Vaelin Al Sorna viene portato da suo padre alla Casa del Sesto Ordine, una confraternita di guerrieri devoti alla Fede, che diventerà la sua nuova famiglia. Sulle prime il ragazzo si sente tradito dal proprio genitore, ma la sua tempra forte lo aiuta ad affrontare l’addestramento severo e le terribili prove a cui tutti i membri dell’Ordine vengono sottoposti. Ma per Vaelin e i suoi fratelli, diventati temibili guerrieri, il futuro ha in serbo molte battaglie in un Regno dilaniato da dissidi e il cui sovrano nutre mire di espansione. E tra segreti e complotti, il giovane dovrà fare i conti con la sua voce interiore, un canto misterioso che lo guida, lo avverte del pericolo, lo rende immune alla fatica, sensibile alle voci della foresta. Il canto è un dono del Buio, può ardere o spegnersi, non proviene da nessuna parte e non può essere insegnato: solo occorre affinarne il controllo, esercitarlo, perfezionarlo. Il canto è Vaelin stesso, il suo bisogno, la sua caccia. E presto gli rivelerà che la verità può tagliare più a fondo di ogni spada.
Frentis, Dentos, Barkus, Nortah e Caenis sono i fratelli dell’Ordine a cui Vaelin è più affezionato. Ognuno con il proprio passato, il proprio carattere e la propria parte da svolgere in questa primo libro. Devo dire che questi cinque fratelli mi piacciono tutti ma il mio preferito rimane Nortah.
La famiglia reale: re Janus, il principe Malcius e la principessa Lyrna sono figure molto complesse, ognuno a suo modo, che avranno un grosso peso nelle vita di Vaelin. La figura più affascinante dell’intero romanzo forse è proprio la principessa Lyrna.
Sherin sarà un personaggio molto particolare, donna forte e decisa, ma per conoscere meglio il suo ruolo dovrete solo leggere il Canto del Sangue.
Ci sono molti altri personaggi in questo romanzo, tutti bel delineati e caratterizzati, come i maestri di Vaelin all’ordine, oppure alcuni dei soldati del reggimento di Vaelin. Più in generale, ogni personaggio di cui leggeremo sarà ben descritto e il lettore non avrà nessun problema ad immaginarselo.
La trama è molto complessa, intricata, e da questo primo libro se ne conosce solo una parte, credo anche minima. Mi ha dato la sensazione che con questo romanzo l’autore stia solo “preparando il terreno”, perché quello che seguirà sarà la vera avventura di Vaelin. Nonostante questo, al libro non mancano colpi di scena, la storia si lascia leggere da sola e si è sempre più avidi di conoscere le sorti della spada più famosa del regno.
Quello datoci è un racconto crudo, spietato e triste, allo stesso modo nel quale è anche delicato, ricco di amore e coraggio. C’è molta maestria nello scegliere i personaggi e i loro caratteri, che creano la giusta dose di bene e di male in ogni scena, in modo da rendere l’intero romanzo verosimile.
Un’ultima cosa che posso aggiungere è che, leggendo la sinossi, si ha un’idea molto lontana di quanto si troverà nel libro.
Lo stile è impeccabil,e con la giusta mescolanza di ritmo e di pause nella narrazione. Pur essendo quasi del tutto scritto in terza persona, il focus rimane sempre su Vaelin, raccontandone pensieri e gesti. L’autore non commette mai l’errore di descrivere troppo prolissamente l’ambiente circostante, oppure una battagli o anche uno scontro, tutto, a mio parere è ben misurato.
Amo moltissimo quando vengono fatte delle digressioni temporali, spostandosi un po’ avanti ed un po’ indietro nella storia, descrivendo prima il compimento di un avvenimento e poi le cause. Credo che così si dia un maggior effetto sorpresa. Inoltre, mi incuriosisce molto quando vengono fatte delle anticipazioni vaghe su quello che accadrà dopo al nostro complicato protagonista, ad esempio:
Sarebbero passati cinque anni prima che Vaelin la vedesse di nuovo.
Questo libro è da leggere! Se si è amanti del fantasy e non di quei surrogati uniformi sempre più presenti nelle librerie, non dovreste farvi scappare Il canto del sangue. Posso consigliarlo senza remore ad uomini e donne, forse un pubblico troppo giovane non lo apprezzerebbe a fondo.
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