Una delle mie letture di agosto è stata B-loved di P.D. Blacksmith e, seppure non sia proprio orientato ad un pubblico della mia età, ho voglia di condividere con voi le mie impressioni.
Io penso che un buon libro sia composto da un mix di buon ingredienti, ecco perché ho scelto quelli che possono essere i più importanti da analizzare e li ho relazionati al libro B-loved.
E adesso andiamo a conoscere di più del mondo di Belinda.
Una aspetto che mi è piaciuto del libro è proprio lo stile: semplice e lineare, non tenta di strafare o di impressionare. La lettura è scorrevole, leggera, le descrizioni ben fatte senza troppi dettagli, al contempo però tutto è curato bene senza essere maniacale. La storia si evolve organicamente ad un buon ritmo e ho molto apprezzato che le autrici abbiano lasciato un po’ di margine a vari aspetti, anche se non a tutti quelli che avrei voluto. La lettura riesce a farti immedesimare nei luoghi e nelle sensazioni, i boschi, i laghi, Trento ed anche un locale piuttosto che la casa di uno dei personaggi. Riesce a far toccare con mano l’ambientazione e questo, secondo me, è un punto importante per scrivere un buon fantasy. Altro aspetto che mi è piaciuto sono le interazioni con i personaggi secondari, come i coinquilini della protagonista. Mi piace la chimica che si crea fra la protagonista, Belinda e i suoi coinquilini (Dona e Panco) è davvero molto reale. Quando si vive fuori casa con altri ragazzi può instaurarsi quel rapporto di affetto reciproco, ognuno si preoccupa degli altri. Beh, l’aver letto di uno stralcio di vita quotidiana così vivido mi è piaciuto molto. Nella prima parte del racconto leggiamo anche di momenti molto divertenti, che forniscono elementi distensivi, devo ammettere di essermi scoperta a sorridere anche io! Unico neo la scelta di usare la prima persona: non amo dover seguire sempre lo stesso personaggio e vedere riflessi gli altri solo attraverso le interazioni con Belinda.
Faremo subito la conoscenza di Belinda alle prese con la sua vita complicata, i suoi alti e bassi, le sue decisioni e le sue scelte. La seguiremo alla scoperta di altre razze ed equilibri naturali, ben pensati e che forniscono orginalità alla storia. Peccato però che il tutto è appena accennato, personalmente avrei preferito entrare maggiormente nel vivo delle dinamiche del popolo silvano e anguano. Essendo il libro scritto in prima persona, anche il lettore apprende solo ciò che conosce Belinda e non riusciamo a comprendere bene tutti gli aspetti che, invece, una persona curiosa vorebbe conoscere. Una parte molto ampia della storia è dedicata al rapporto che Belinda ha con Micha e Devlet. Personalmente amo l’azione, gli intrighi, leggere delle iterazioni di loro tre per diverse pagine non mi ha entusiasmato. Quello che dico è che bisognerebbe riequilibrare un po’ le dose di sentimenti e componente fantasy, quest’ultima alle volte sembra un contorno.
La nostra protagonista dai capelli castani e il fisico esile, un po’ maschietto, un po’ amante degli eccessi. Imprevedibile, anche per lei stessa. Tuttavia io non sono riuscita ad inquadrala bene, come se avessi degli elementi, ma slegati tra di loro, non riesco a capire le sue azioni e forse le si danno connotazioni un po’ ambigue. La stessa sensazione si ha un po’ per tutti i personaggi: trattegiati, ma non ben delineati. Avrei preferito qualche apprfondimento su Dona o Panco (i conquilini di Belinda). Per non parlare del gruppo dei silvani, amo quei ragazzi, Freccia è il mio preferito! Certo, sono un “contorno nella storia”, ma li trovo dei bei personaggi che danno concretezza e spessore alla storia. Perché non parlarne di più? I due belli del cuore di Belinda, Micha e Detlev. Non mi convincono fino in fondo. Micha è molto carino, dolce, ma forse un po’ irr
eale, troppo buono, giusto, bello e coraggioso. In pratica il l’incrocio perfetto tra Thor ed il principe azzurro. Non riesco a credere in questo personaggio. Detlev, beh è sicuramente affascinante, molto diverso da Micha e sicuramente meno “luminoso”, ma anche lui non mi convince in pieno. Viene descritto come enigmatico, ma secondo me non lo è. L’alone di mistero che lo circonda all’inizio della storia è solo dovuto al fatto che Belinda non conosca quasi nulla di lui e non ad un comportamento intrinseco del personaggio. Gli viene dato quell’appellativo, ma non fa quasi nulla per esserlo realmente. Per creare un personaggio di luce e ombre serve un approfondita analisi del suo animo che è un po’ difficile da realizzare tramite gli occhi di una persona esterna. Un personaggio che mi piace davvero, invece, è Lorenzo, il papà di Belinda. Sembre tutto indaffarato e goffo, mi fa un po’ tenerezza anche il suo essere premuroso, ma non invadente. Papà Lorenzo mi ha conquistata. Si evolve bene anche il rapporto padre-figlia, sicuramente questo è un aspetto del libro che mi è piaciuto.
Mi sento un po’ la nonnina che predica sui giovani e sulla società, ma devo ripetere che il libro non si adatta completamente alle mie corde, forse perché orientato ad un pubblico con qualche annetto in meno di me, non so. Se pure scritto bene non sono riuscita a farmi coinvolgere, quando leggo un libro spesso mi lascio guidare della sensazioni senza essere scrupolosa nei dettagli, beh questa volta, invece, mi sono soffermata sullo stile e sui personaggi non riuscendo però ad amare sino in fondo la trama. A chi invece piace leggere di amori che nascono, teneri, travolgenti; di ragazzi alla prese con il soprannaturale, coraggiosi, leali… questo è il libro che fa per voi!
Un plauso per il titolo: come è stato collegato alla storia strappa un sorriso a tutti!
Anteprima lettura: sul sito Giunti Editore è possibile leggere gratuitamente metà libro
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