Aveva fatto una serie di telefonate ed era riuscito a trovare un informatore.
Lo stava aspettando ad un tavolo del rinomato e affollato Barfly, vicino agli Champs Elysée, di certo in quell’atmosfera e con tutta quella gente sarebbe passato inosservato.
Quando una ragazza si sedette al suo tavolo sollevò le sopracciglia.
“Salve, sei Joyce vero?” disse lei con un sorriso timido dipinto sul viso.
Joyce recuperò la voce a fatica, era veramente bella.
“Si … si, non …. cioè mi aspettavo un uomo” disse confuso.
La ragazza si guardò attorno nervosa e la vide fissare lo sguardo in un punto vicino alla sua sedia prima di riportarlo sul di lui.
“Mi spiace, cioè ….” La vide inghiottire a disagio.
“No, tranquilla. Non preoccuparti. Per me va bene, anzi …” Sfoderò il suo sorriso migliore sperando di tranquillizzarla.“è più piacevole parlare con una bella donna.”
Lei sorrise di rimando, arrossendo.
“Mi chiamo Bree”
“Bhè, il mio nome lo sai. Cosa prendi?” fece cenno alla cameriera che si avvicinò a prendere le ordinazioni.
“Uh. Oh … una gazzosa, grazie” si mosse a disagio sulla sedia.
“Bene, allora una gazzosa e per me un Gin Tonic. Grazie”
La cameriera si allontanò con le ordinazioni e Joyce tornò a studiare la sua informatrice. Doveva avere circa diciotto anni, viso a forma di cuore su cui spiccavano due occhi blu indaco che ricordavano il mare autunnale.
“Quindi …” le disse “hai delle informazioni che possono tornarmi utili?”
“Spero di si. Mi hanno detto che cerchi la Chiesa delle Tre Croci, e io la conosco molto bene. Ovviamente le informazioni non sono gratis” sembrava volesse apparire sicura, ma nel momento stesso che cominciò a contrattare le si incrinò la voce. Le fece una tenerezza imbarazzante, ma decise di rimanere serio e di darle l’apparenza di avere lei il coltello dalla parte del manico.
“Indubbiamente. In cosa posso esserti utile?”
“La mia fonte dice che sei un guerriero, ma non uno normale. Ti occupi di casi particolari.” alzò lo sguardo dalle mani che aveva in grembo “ed io ho bisogno di aiuto per un caso molto particolare ”
Questo incuriosì Joyce che si appoggiò con i gomiti al tavolo avvicinandosi, ma lei si ritrasse spaventata.
“Scusa, non volevo spaventarti. Mi hai incuriosito. Vai avanti”
La ragazza si rilassò un po’.
“Sono cresciuta all’interno di una delle sedi della Chiesa delle Tre Croci, e conosco un po’ di cose, ma prima mi devi assicurare il tuo silenzio e il tuo aiuto” disse un po’ più convinta.
Joyce annuì.
“Spiegami cosa posso fare per tranquillizzarti e lo farò.”
In quel momento la cameriera tornò con le ordinazioni e lui si appoggiò nuovamente contro lo schienale della sedia. Quando la cameriera li lasciò nuovamente soli lei riprese a parlare.
“Dipende tutto da quanto ci tieni ad avere quelle informazioni, perché quello che ti chiederò ti vincolerà a me fino alla fine di questa situazione” questa volta fissò i suoi bellissimi occhi nei suoi con cipiglio deciso. Era incuriosito ma anche preoccupato, prendere un impegno del genere significava portarlo avanti fino alla fine, lei glielo stava dicendo chiaramente. Non si sarebbe potuto ritirare, ma onestamente se quella creatura da fiaba aveva bisogno del suo aiuto glielo avrebbe dato a prescindere.
“Questa cosa che ti preoccupa, è un pericolo per te?”
Lei annuì abbassando lo sguardo.
“Allora va bene, cosa devo fare?”
La ragazza lo guardò titubante, evidentemente non sia aspettava di convincerlo così velocemente, ma non poteva sapere che aveva vinto la partita nel momento stesso in cui si era seduta sulla sedia di fronte a lui.
“Vieni stanotte al Parc de la Villette, dietro il centro equestre, alle due.” disse alzandosi “Ti aspetterò in mezzo agli alberi.”
Non gli diede nemmeno il tempo di ribattere che già se ne era andata, lasciandolo a riflettere.
Sorseggiò il suo gin tonic socchiudendo gli occhi, quella ragazza era davvero spaventata e anche se non sapeva in cosa si stava andando a cacciare sentiva che doveva difenderla. Erano cinque anni che inseguiva creature che molti definivano mitiche o, nel migliore dei casi, inesistenti, era sicuro di poterla aiutare.
Probabilmente era assillata da un poltergeist o da un vampiro, avrebbe eliminato qualsiasi cosa le stesse dando la caccia.
Aveva sette ore davanti prima di incontrarla di nuovo, poteva continuare le sue ricerche. Lasciò i soldi sul tavolo dopo aver terminato il suo drink e se ne tornò in albergo.
Erano giorni che cercava notizie sulla Chiesa delle Tre Croci, ma niente. La sua unica speranza era la ragazza, anche se un po’ lo inquietava il fatto che avesse scelto quel posto così isolato per incontrarsi. Si fece lasciare dal taxi al 13 di Boulevard des Maréchaux, dove c’era l’ingresso per il Centre Equestre de le Villette e percorse il tratto che lo avrebbe portato nel boschetto sul retro a piedi. Si sentiva odore di stallatico e di paglia, i cavalli erano tutti all’interno ben riparati dal freddo della notte e dalla neve. Dovette scavalcare un cancello per addentrarsi nel Parco chiuso a quell’ora. La neve e i pochi lampioni rendevano il tutto molto spettrale, ma queste cose non gli facevano effetto. Aveva visto posti realmente inquietanti.
Appena arrivò al boschetto la vide appoggiata ad un albero, sembrava stesse parlando con qualcuno, ma non c’era nessuno. Probabilmente era una di quelle persone a cui piace parlare con se stessi ad alta voce. Nonostante non avesse fatto alcun rumore e si stesse nascondendo nelle ombre la vide alzare lo sguardo e puntarlo su di lui.
Questo era abbastanza inquietante. Nella sua mente si formò una domanda che finora non si era posto, e se non fosse umana? E se fosse una trappola?
Per capirlo avrebbe dovuto utilizzare dei metodi che come minimo l’avrebbero insospettita. Decise di stare in guardia, ma di rischiare ed uscì dalle ombre dirigendosi a passo deciso verso di lei.
La vide che si raddrizzava e cominciava a torcersi le mani giunte.
“Sei puntuale” disse con un filo di voce “speravo che venissi”
“Ti ho dato la mia parola, non sarei mai mancato”
Lei annuì
“Mi avevano detto che sei un persona onorevole.”
Joyce corrugò la fronte, chi usava la parola onorevole nel 2014? Era incuriosito su chi potesse parlare di lui alla ragazza.
“Immagino che non mi dirai chi ti ha fornito queste informazioni su di me.”
“Immagini bene. Non posso. Magari dopo. Vieni”
Si volse e si addentrò ancora di qualche passo dove le ombre erano quasi totali.
“Scusa se ti ho dato appuntamento in un luogo tanto isolato, ma ciò che dobbiamo fare deve essere al sicuro da occhi indiscreti”
“Ti rendi conto che mi sto fidando di te anche se non so nemmeno se sei umana, vero?”
La vide trasalire.
“Sono umana” era quasi come se si costringesse a dirlo “anche se mi hanno fatto credere diversamente per molto tempo” aggiunse in un sussurro.
Joyce corrugò la fronte, in che pasticcio si stava andando a cacciare? D’altronde non aveva scelta, probabilmente Neelam aveva bisogno del suo aiuto se non era già morta.
La ragazza si fermò nella piena oscurità.
“Ora non allarmarti, ti prego. E abbi pazienza.”
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