In questo appuntamento ci occuperemo della struttura del mondo dove ambienteremo la nostra storia.
Nelle due lezioni precedenti abbiamo:
– Introdotto l’idea che seguiremo d’ora in avanti e che vi riporterò tra qualche riga.
– Descritto i vari tipi di narratore e qualche altra scelta fondamentale da effettuare.
So bene che quello che sto per dire può sembrare in contraddizione con quello descritto nella prima parte dell’articolo che parlava della nascita dell’idea ma abbiate pazienza, tutto vi sarà chiaro tra poco.
Per poter descrivere il mondo in cui ambientiamo la nostra storia, dobbiamo necessariamente scegliere un punto di partenza già esistente. Il motivo è semplice e non è legato alla nostra mancanza di fantasia, ma al fatto che il lettore non può essere catapultato in un universo completamente diverso dove tutto quello che vede è così lontano dalle cose che conosce da risultarne confuso.
Non sto dicendo quindi di partire da un’idea fantasy altrui ma di partire da un concetto reale o storico da modificare, deformare o integrare in modo che il lettore riesca ad inquadrare il nostro mondo in qualcosa che conosce. Facendo questo lavoro in maniera brillante è possibile suscitare anche la curiosità riguardo a determinate differenze tra il nostro mondo e quello della storia.
La prima domanda da porsi è la seguente.
La vicenda che vogliamo raccontare si svolge sulla Terra come la conosciamo?
A questa domanda abbiamo già implicitamente risposto scegliendo l’idea da cui partire. Nel nostro caso dei micioni e degli alchimisti è ovvio che si tratti di un mondo diverso da quello che conosciamo. La scelta è stata fatta per poter essere liberi di spaziare senza dover affrontare i vincoli dettati dagli avvenimenti storici e dalla fisica del nostro mondo ma ad onor del vero, per un fantasy è relativamente semplice trascendere lo schema imposto dal nostro mondo.
A titolo di esempio vi elenco dei titoli, alcuni dei quali sono stati trattati dai miei colleghi:
– Shadowhunters: ambientato ai giorni nostri sulla nostra Terra presenta la magica terra di Idris, la patria dei Nephilm che è localizzata tra la Germania e la Francia ed è protetta da incantesimi che impediscono alle persone normale di accedervi. Coloro che attraversano i confini vengono automaticamente teletrasportati all’altro capo della nazione senza accorgersene.
– Harry Potter: I maghi si sono ritirati nell’ombra e fanno di tutto per impedire alla gente comune di trovarli. Il castello di Hogwarts è protetto con un meccanismo simile a quello di Idris. Chiunque arriva in prossimità di esso si ricorda improvvisamente di dover fare qualcosa in un altro posto e va via. Gli strumenti elettronici impazziscono.
– Il diario degli angeli: ambientato al giorno d’oggi, la gente normale non riesce a vedere “il mondo reale” nascosto in piena vista.
In altri romanzi troviamo un mondo parallelo al nostro dove si svolgono le vicende narrate e talvolta le conseguenze si avvertono in entrambi i mondi:
– Le Cronache di Narnia: dove i protagonisti viaggiano verso una terra magica attraverso un armadio.
– Queste oscure materie: dove i personaggi trovano il modo di attraversare le barriere dimensionali e raggiungere anche la nostra Terra
– La storia infinita: dove il protagonista inizia leggendo un libro e poi scopre di essere egli stesso un personaggio.
In ultimo troviamo i fantasy ambientati in un luogo completamente slegato alla nostra Terra:
– Il Signore degli anelli: non serve nemmeno che lo spieghi. La terra di mezzo è un punto di riferimento per il fantasy moderno.
– Il Ciclo delle tre spade: ambientato nel regno di Osten Ard.
– La trilogia dei maghi neri: ambientato ad Imardin e nelle terre limitrofe.
Come già detto, la nostra storia rientrerà in questo ultimo gruppo. Se da un lato saremo liberi di scrivere la storia del nostro mondo da zero, non potremo contare su una marea di concetti che a prima vista sono naturali ma che in realtà derivano da fatti accaduti sulla nostra Terra. Mi sto riferendo alle imprecazioni, ai modi di dire e ad altre forme che non hanno senso nel nostro mondo inventato.
<<Questo viaggio è un’odissea.>>
<<Madre di Dio, cosa abbiamo fatto!>>
<<Tutte le strade portano a Roma>>
Sono alcune delle frasi che i nostri personaggi non potranno mai dire, in quanto il mondo che andiamo a creare non ha avuto una Grecia classica, non conosce la religione cattolica e sicuramente non ha una città che chiamata Roma!
Avendo deciso che il nostro mondo non ha legami con la Terra, non ci resta che decidere, grossomodo a cosa deve somigliare in modo da permettere al lettore di identificare in maniera rapida la gran parte delle cose che descriveremo.
Io consiglio di scegliere prima il “quando”.
Impostare un periodo storico simile ad uno reale ci aiuta anche a fissare il livello tecnologico e quindi in ultima analisi le possibilità pratiche dei personaggi.
Molti fantasy si appoggiano al classico medioevo nord europeo, con villaggi fatti di capanne e piccole case in pietra, castelli, viaggi a cavallo o su altro animale, fabbri, sarti, combattimento all’arma bianca e pestilenze.
Spostare in avanti le lancette ci può portare ad un periodo simile al rinascimento italiano, con grandi artisti, residenze sfarzose, le prime armi da fuoco, le città più prospere, figure come i banchieri ed i ricchi mercanti di professione.
Proseguendo finiamo nell’epoca industriale, con le macchine a vapore e le fabbriche. I toni scuri del periodo vittoriano, la classe sociale del proletariato e la nobiltà sfarzosa e spendacciona.
Andando più avanti ci avviamo verso i giorni nostri, mentre se desideriamo tornare molto indietro potremmo avvicinarci a civiltà simili all’impero romano o il Giappone medievale.
Addirittura nessuno ci vieta di fondere elementi di più epoche, ponendo ovviamente attenzione alla verosimiglianza. Ha poco senso dotare una civiltà simile a quella romana di armi da fuoco e macchine a vapore e poi aspettarsi che abbiamo una flotta di galee mosse a remi.
La scelta è solo nostra e nella fattispecie della storia che voglio usare come esempio ho deciso di sfruttare l’epoca industriale per quanto riguarda l’impero degli alchimisti, quindi città sovraffollate e villaggi arretrati. Le prime fabbriche stanno sorgendo e molti dalle campagne tentano la fortuna in città. Vi è scarso interesse per l’ambiente e per le conseguenze che l’industrializzazione sfrenata può portare.
Potendo contare sulla presenza di un’altra razza, i micioni, ho deciso che sarebbe oppurtuno differenziarli completamente basando la loro organizzazione su di un modello tribale, molto più naturalista ed in netto contrasto con la civiltà degli alchimisti. Per non tramutare il tutto nella classica storia degli indiani contro i cowboy, ho pensato ad un modo per rendere egualmente potenti le forze militari di entrambe le fazioni ma ne parleremo più avanti.
Una volta deciso il periodo storico a cui ispirarsi è possibile scegliere un luogo realmente esistente per trarre spunto.
Per la nostra storia, la terra su cui ambienteremo il tutto è molto varia, avremo paesaggi montuosi o pianeggianti. Città coperte di neve per quasi tutto l’anno e spiagge da sogno, per cui di volta in volta decideremo di prendere spunto da qualcosa di esistente, ma al momento non è la priorità. Ci basti sapere che esistono due continenti, uno è quello dove si svolge la storia, l’altro è ignoto e misterioso ed è la sede di mille leggende per i popoli che abitano questo mondo.
Sono costretto ad inserire qui il trafiletto sui nomi dei luoghi in quanto sta diventando pesante descrivere il tutto utilizzando solo “mondo reale” e “mondo della nostra storia” per capire di quello che stiamo parlando. D’ora in avanti inizierò ad inserire i nomi che ho scelto per facilitarmi le descrizioni ma, mi ripeto, non è il momento adatto alla scelta dei nomi. Riprenderemo più avanti questo punto.
Deciso da cosa partire, dobbiamo decidere dove arrivare. È opportuno quindi cominciare ad inserire nell’idea da cui abbiamo preso spunto delle “stranezze” che saranno le differenze con il mondo reale e permetteranno alla nostra ambientazione di essere originale e coinvolgente.
Di seguito vi inserirò prima una descrizione non fantasy del nostro impero degli alchimisti, poi successivamente inseriremo una serie di elementi che modificheranno la base e lo renderanno il tutto molto più adeguato al suo scopo.
L’impero copre gran parte del territorio del continente di Ruk. I suoi confini naturali sono l’imponente catena montuosa delle Bianche Cime a nord e l’arido Deserto degli Artigli ad est. Ad ovest ed a sud si affaccia sul mare. Sul lato sud troviamo una serie di piccole isole, l’arcipelago delle Terre Frammentate. Dal punto di vista politico esso è una confederazione di regni. Ognuno di essi è retto da un Monàri, un sovrano imposto dal governo centrale che esercita la volontà dell’imperatore in quella Monèrat, la regione di competenza. Il governo centrale è invece nella mani dell’imperatore, che si avvale di un organo consultivo di consiglieri selezionati personalmente. Economicamente parlando, l’industrializzazione sta prendendo il sopravvento sugli aspetti rurali e le città si stanno velocemente riempiendo di uomini e donne che hanno abbandonato le campagne. Dal punto di vista militare, i soldati dell’impero sono, da qualche tempo, stati dotati di armi da fuoco in aggiunta alle armi bianche. Sono comunque tutti addestrati al combattimento con la spada, oltre che all’uso di pistole e moschetti. Il loro scopo principale negli ultimi secoli è stato quello di mantenere il controllo delle spinte indipendentiste di alcune regioni, visto che di nemici esterni non vi era traccia fino a qualche anno prima. Nel momento in cui raccontiamo invece un gran numero di guarnigioni controlla il confine orientale perché l’attività della misteriosa popolazione dei Keelihn, è diventata molto pericolosa.
Aggiungiamo alcune componenti fantasy.
– L’accademia degli Alchimisti è l’organizzazione cui tutti gli alchimisti devono far parte. Ha sedi in tutti i Monèrat, ma quella principale è ovviamente nella capitale dell’impero. Non sono ammessi alchimisti non afferenti all’accademia, per cui chiunque venga scoperto ad esercitare le arti alchemiche senza possedere una regolare autorizzazione viene arrestato. Di contro però l’accademia non consente l’ingresso a chiunque, contando che senza l’opportuno addestramento non è possibile utilizzare le pratiche alchemiche.
– La spinta all’industrializzazione è dovuta all’alchimia in quanto, dopo secoli di ricerche, l’accademia ha inventato un sistema per condensare l’energia delle trasmutazioni in appositi contenitori che permettono a chiunque di disporne. Grazie a questa energia è possibile far muovere enormi macchinari e quindi consentire il lavoro in fabbrica e la realizzazione di mezzi di trasporto. Il meccanismo per imbrigliare l’energia è ovviamente a conoscenza solamente dei decani dell’accademia che quindi detiene il monopolio economico dell’energia.
– Le armi da fuoco in dotazione all’esercito fanno affidamento su una versione miniaturizzata degli stessi contenitori di energia. Grazie ad essi si riesce a creare una micro esplosione che permette ad un proiettile di venire lanciato ad alta velocità, uccidendo sul colpo.
– Il monopolio sia energetico che degli armamenti conferisce all’accademia un potere economico che si traduce in una fortissima influenza politica. Gli alchimisti sono riusciti a saturare il consiglio dell’imperatore e manovrarlo come fosse un burattino.
– I Keelihn sono uomini-felini che da sempre vivono ai margini dell’impero e provengono dalle terre oltre il Deserto degli Artigli. Il loro aspetto è quello di grossi felini bipedi. Sono divisi in tribù a seconda della loro sottospecie. Quelle più numerose sono costituite dai maculati e dagli striati.
Interrompiamo qui questo appuntamento. La prossima volta continueremo il discorso con:
– Regole della fisica e della magia
– Religioni e storia antica
– La scelta dei nomi
– Altri consigli minori
Compiti per la prossima settimana: pensate! Pensate alla vostra ambientazione, pensate a cosa è simile e come interagisce con il mondo reale e pensate pure a quanto può sembrare verosimile. Dato che continueremo con le regole relative ai dettagli fantasy della storia è meglio avere le idee chiare.
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La parte più “interessante” di un libro fantasy sono proprio le caratteristiche inventate, fantasy del mondo inventato dall’autore che con tanta fantasia e creatività possono essere davvero uniche 🙂
Certo questa è la fase difficile – creare un proprio universo fantasy che regga e che possa affascinare ed interessare il lettore