C’era una volta un re e una regina, ch’erano tanto tanto arrabbiati di non aver figli. Visitarono tutte le acque del
mondo: voti, pellegrinaggi, divozioni spicciole, tutto inutile. Alla fine però la regina divenne gravida e partorì una bambina. Si fece un bel battesimo; si dettero per comari alla principessina tutte le Fate ch’erano in paese (sette se ne trovarono), affinché ciascuna le facesse un dono, come usavano le Fate a quel tempo, e così la principessina ebbe tutte le perfezioni immaginabili.
Dopo la cerimonia del battesimo, tutta la brigata tornò a palazzo reale, dove un gran festino era preparato per le Fate. Davanti a ciascuna fu messo un magnifico piatto con un astuccio di oro massiccio contenente un cucchiaio, una forchetta e un coltello di oro fine, ornati di diamanti e rubini. Ma mentre si pigliava posto a tavola, eccoti entrare una vecchia Fata, che non era stata invitata, perché da più di cinquant’anni non usciva dalla Torre, e la si credeva incantata o morta.Incipit della Bella Addormentata nel Bosco
La Bella Addormentata nel Bosco (spesso contratto semplicemente in La Bella Addormentata) è una fiaba popolare europea, viene ricordata soprattutto nella versione di Charles Perrault ne “I racconti di mamma l’Oca” ( Contes de ma mère l’Oye) del 1697.
Come molte fiabe tradizionali, “La bella addormentata” esiste in numerose varianti e gli elementi costitutivi della trama posso essere definiti ricorrenti nel folkore.
Se non si considera la storia di Brunilde, eroina addormentata nella Saga dei Volsunghi (opera in prosa islandese del XIII secolo), la versione più antica è da attribuire a Perceforest del 1340, (un roman, opera in prosa composta in francese tra il 1330-1344), ambientato ai tempi dei Troiani e dei Greci, narra della principessa Zellandine innamorata di Troylus. Il padre di Zellandine, mette alla prova Troylus per capire se è degno della figlia e, non appena egli parte, la fanciulla cade in un sonno profondo. Al suo ritorno Troylus la trova addormentata e la mette incinta nel sonno, quando il bambino nasce è proprio lui a risvegliare la madre, strappando un filo di lino che causa l’incantesimo. Alla fine Zellandine e Troylus si sposano.
La seconda versione è contenuta nel Pentamerone (Lo cunto de li cunti ovvero lo trattamento de peccerelle, una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana edite tra il 1634 e il 1636 a Napoli) di Giambattista Basile. Questa versione intitolata “Sole, Luna e Talia” era destinata a un pubblico di aristocratici adulti, ci sono riferimenti alla stupro, alla deflorazione e alla fedeltà coniugale. Il sonno perpetuo della principessa nel Pentamerone non è frutto di un incantesimo ma di una profezia e, come in Perceforest, il principe non bacia la fanciulla ma la violenta ed è uno dei due figli nati dalla violenza sessuale a risvegliarla. Non è chiaro se Basile conoscesse Perceforest o se abbia semplicemente ripreso i temi folklorici diffusi in Campania.
La fata cattiva Malefica nel film d’animazione della Disney del 1959
La versione di Charles Perrault pubblicata ne “I racconti di Mamma Oca“, è quella più conosciuta e che dà il titolo alla fiaba per come la conosciamo “La bella addormentata nel bosco” (La belle au bois dormant). Tuttavia il titolo in italiano e anche quello in inglese sono di traduzione errata, dormant è al maschile (addormentato) ed è quindi è riferito a bois (bosco) non a belle (bella), quindi la traduzione corretta sarebbe La bella nel bosco addormentato. Perrault prese i temi dalla storia di Basile “Sole, Luna e Talia” e gli addolcì molto, essendo la dedicataria dell’opera una dama e avendola data alle stampe rivolgendosi a un pubblico borghese, eliminò i tratti perturbanti e scabrosi per enfatizzare virtù morali quali la pazienza e la passività della donna
Una versione simile, almeno per la prima parte, a quella di Perrault è quella contenuta nelle “Fiabe del Focolare” (Kinder – und Hausmärchen, ossia Fiabe per bambini e famiglie) antologia di fiabe dei fratelli Grimm raccolte tra 1812 e il 1815, conosciuta anche semplicemente con il titolo Fiabe. In questa raccolta la fiaba ha il titolo di Rosaspina e corrisponde alla fiaba di Perrault solo fino al risveglio della fanciulla, parte più conosciuta dal pubblico moderno e corrisponde alla versione del cartone animato della Disney.
Italo Calvino nella sua raccolta dal titolo Fiabe Italiane cataloga molte versioni del tema, per citarne una La bella addormentata ed i suoi figli di tradizione calabrese. La storia è molto simile a quella di “Sole, Luna e Talia” di Basile.
La principessa cambia nome a seconda della versione, Perrault non le da un nome la chiama solo “princesse“, chiama invece sua figlia “Aurore“. Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893 compositore russo del romanticismo) trasferisce il nome “Aurore” dalla figlia alla madre, come farà anche la versione cartone animato della Disney che non a caso adotta le musiche di Čajkovskij come colonna sonora. Čajkovskij dà un nome anche alla fata cattiva e la chiama Carabosse. Nella versione di Basile la principessa si chiama Talia, il Sole e la Luna sono i nomi dei suoi due bambini. La principessa nella versione dei Grimm si chiama Rosaspina (con riferimento ai rovi che circondano il castello durante il suo sonno centenario), nome attribuitole nella storia non dai genitori, ma dal popolo, poiché con il passare degli anni la principessa diventa una creatura leggendaria. Anche questo nome verrà usato dalla Disney nella parte del film ( inesistente nella fiaba tradizionale) in cui Aurora è nascosta nel bosco dalle fate. Nella versione calabrese riportata in Fiabe Italiane di Calvino, il nome della principessa è Carola.
La Principessa Aurora nella serie televisiva C’era una volta
(*seguendo alcune delle tante versioni)
Per celebrare il battesimo della figlia, il Re e la Regina invitano tutte le fate del regno in modo che le facciano da madrina. Ogni fata porta un dono alla neonata: chi la bellezza, chi il talento musicale, chi la saggezza. Arriva una fata cattiva, che offesa per non aver ricevuto l’invito, dona alla piccola una maledizione: “La figlia del Re a quindici anni si pungerà con un fuso e cadrà a terra morta.” (Versione fratelli Grimm). Una delle fate buone pur non potendo annullare la maledizione la mitiga a cento anni di sonno da cui potrà essere risvegliata solo da un bacio di un principe. Il Re per impedire che la profezia si compia bandisce dal regno tutti gli arcolai; ma a quindici anni la principessa incontra un’anziana che sta tessendo e il suo fato si compie. La fata madrina buona corre in aiuto della sua figlioccia e insieme alla principessa fa addormentare tutto il castello. Con il passare degli anni il castello si copre di rovi, una rete talmente fitta che impedisce a chiunque di penetrarvi. Dopo cento anni un principe giunge al castello e i rovi si aprono dinanzi a lui rivelando la strada per entrare nel castello, trova la principessa e si innamora di lei all’istante, la bacia e lei si risveglia.
La seconda parte della storia non compare nella versione dei Grimm e nella altre successive, ma Perrault va avanti e scrive del matrimonio e ci racconta che il principe si fermò al castello per due anni, la principessa ebbe due figli, la maggiore Aurora e un maschio chiamato Giorno. Il principe esita a portare la sua famiglia a casa, la madre infatti e un’orchessa sposata dal padre per le sue grandi ricchezze. Perrault dice che alla vista di bambini la madre riusciva a malapena a trattenere l’istinto di mangiarli. Una volta che il padre del principe muore, il ragazzo diventa Re e torna a casa annunciando le sue avvenute nozze. Dopo due anni il neo Re deve partire per la guerra e lascia la famiglia al castello con la madre (l’orchessa). Avendo campo libero la madre porta i bambini e la nuora nel bosco in una capanna e ordina al cuoco di cucinare ogni giorno uno dei tre, ma il cuoco intenerito dai bambini decide si salvarli e con loro la mamma. Ma la madre orchessa scopre l’inganno e fa preparare un calderone pieno di vipere e alti animali velenosi per ucciderli crudelmente. Il Re di ritorno scopre le malefatte della madre e questa per la disperazione si getta nel calderone finendo uccisa dagli animali velenosi.
Nel libro “Psicanalisi dei racconti di fate” l’autore Bruno Bettelheim, vede nella fiaba de “La bella addormentata” un percorso di maturazione per preparare i bambini e le bambine ai cambiamenti che inesorabilmente porta il fatto di diventare adulti. Anche avendo avuto molti doni sia dai genitori che dalle fate, la principessa è comunque condannata alla maledizione dell’adolescenza. Maledizione innescata dal sangue che cola, poiché si punge con il fuso di un arcolaio, che potrebbe essere allusiva al menarca. Solo il principe azzurro potrà liberala dalla maledizione iniziandola all’amore. La favola percorre tutte le tappe della vita di una donna: l’infanzia, la giovinezza e l’adolescenza sono rappresentate dalla principessa, l’età adulta e la fertilità dalla madre, la vecchiaia è incarnata nella figura della fata cattiva Carabosse.
*Breve approfondimento: FIABE E FAVOLE
La Fiaba è un tipo di narrazione dove i protagonisti sono quasi sempre esseri umani, coinvolti in avventure straordinarie dove sono presenti poteri magici e creature straordinarie come fate, orchi, giganti e così via. Le Fiabe sono state tramandate oralmente ma c’è chi le ha trascritte come Charles Perrault, i fratelli Grimm e Italo Calvino. Gli inventori di Fiabe sono il danese Hans Christian Andersen, l’italiano Collodi e l’inglese James Metthew Barrie (Peter Pan). La Favola è un componimento scritto con fini morali e ammaestrativi, i protagonisti sono quasi sempre animali che incarnano i vizi e le virtù umane. Fiaba e Favola sono spesso usati come sinonimi poiché entrambe le parole hanno come radice latina, il verbo “fari“, che vuol dire “raccontare” e che distinguono un tipo di racconto risolto con elementi irreali o soprannaturali. Le Fiabe e le Favole, da sempre considerate un patrimonio della letteratura infantile e relegate a una posizione subalterna rispetto ad altri testi più per adulti, sono state ora rivalutate dalla scienza antropologica e dallo studio per le tradizioni popolari e i racconti orali.
La Bella Addormentata bel Bosco, Fabbri Editore con illustrazioni di Ugo Fontana
Tutte le Fiabe, edizione integrale, antologia dei fratelli Grimm, Newton e Compton, collana I grandi classici, I Mammut.
Numerose sono le trasposizioni cinematografiche e televisive de “La Bella Addormentata” eccone alcune:
La bella addormentata nel bosco (Sleeping Beauty 1959) film d’animazione della Disney, diretto da Clyde Geronimi, Eric Larson, Wolfgang Reitherman e Les Clark. Basato sulla Fiaba di Perrault è il 16° classico Disney.
La bella addormentata, 1995 film d’animazione di Toshiyuki Hiruma
Sleeping Beauty, 2011 di Julia Leight
Maleficent, 2014 diretto da Robert Stromberg con Angelina Jolie, Elle Fanning, soggetto di Charles Perrault e i fratelli Grimm.
Le grandi fiabe raccontate da Shirley Temple , 1958 (Shirley Tample’s Storybook)
Simsalagrimm (Simsala Grimm) 1999, serie animata di Gary Blatchford, Chris Doyle e Jody Ganno
C’era una volta, (Once upon a Time 2011- in corso) serie tv statunitense di genere fantasy in onda su ABC , ideatori Edward Kitsis e Adam Horowitz. La principessa Aurora è interpretata da Sarah Bolger, mentre la fata cattiva Malefica da Kristin Bauer van Straten.
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Quando ho originariamente commentato ho cliccato sulla casella di controllo “Notifica quando vengono aggiunti nuovi commenti” e ora ogni volta che viene aggiunto un commento ottengo parecchi email
con lo stesso commento. C’è un modo è possibile rimuovere persone da quel servizio?
benedica voi ! Maramures Grazie, buona giornata!